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venerdì 11 febbraio 2011

RAI International

RAI International di NY, ogni 3 mesi "importa" nella propria sede di Tribeca 10 stagisti accuratamente selezionati.


Lo stagista DEVE pagarsi:
- Volo A/R
- Vitto e alloggio a NY

L'unica cosa che la RAI rimborsa è l'abbonamento settimanale alla metro.

Senza considerare il fatto che gli stagisti sono sfruttati per tradurre testi (che molti giornalisti non sono in grado di fare) e che ovviamente è uno stage per pochi privilegiati che possono permettersi 3 mesi di villeggiatura a Manhattan, la cosa davvero assurda è che per lavorare negli Stati Uniti, anche solo per uno stage, ci vuole un apposito visto NON turistico, che la RAI non rilascia.
Non è un caso infatti che il visto turistico ha una durata di 90 giorni e lo stage proposto dalla RAI è SEMPRE inferiore ai 90 giorni.

Uno stage contro le regole americane.

La RAI International si comporta da azienda italiana o da corporate americana a seconda della convenienza e come se non bastasse si atteggia come se fosse un'ambasciata italiana all'estero.
La RAI ovviamente, consiglia agli stagisti di non dichiarare lo stage agli ufficiali di dogana aeroportuale. 

Ai confini della realtà.

Non ho avuto la "fortuna" di fare questo internship, ma ho vissuto spalla a spalla per 3 mesi con alcuni degli stagisti.
Vedrò di farvi scrivere un articolo più approfondito da loro.

A presto e complimenti per l'idea.


Christian

3 commenti:

  1. in giro per la rete ho trovato questo elenco di criteri di selezione..
    http://www.nuok.it/2010/02/internship-in-rai-a-new-york-ecco-le-deadlines-2010/

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  2. Di che vi lamentate? RAI Internescional è di ultrasinistra... non lo sapevate che lavorare per i comunisti si fa sempre sta fine???
    Per lo meno, se ve lo potete permettere, questo stage ve lo potete mettere nel curriculum...

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  3. Io mi chiedo piuttosto:
    1) Perché vi hai partecipato se sapevi che era a queste condizioni e completamente fuorilegge?
    2) Ammesso che non lo sapessi prima e che questo tipo di stage sia effettivamente fuorilegge in USA, io, al posto tuo, sarei andato dritto all'ambasciata USA a denunciare tutto quanto, oppure, una volta in USA, avrei denunciato la cosa direttamente li, non appena avessi capito che la cosa non era regolare.

    Mi spiace per questo commento in parte critico, ma sarebbe il caso che cominciamo a usare gli strumenti che abbiamo per scardinare questo sistema.

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